martedì, 2 Luglio 2024

Torino, Palazzo Nuovo ancora occupato: “Non negozieremo al ribasso”

Da due settimane Palazzo Nuovo è occupato dal gruppo di attivisti Pro Palestina Intifada. Prosegue lo stop alle lezioni, ma ci sono novità.

Da non perdere

A Torino, questa mattina si è svolta la conferenza stampa presso la sede universitaria di Palazzo Nuovo, occupata da due settimane dagli attivisti Pro Palestina. L’Intifada Studentesca ha montato le tende il 13 maggio e da quel giorno le lezioni in presenza sono state interrotte, come tutte le attività lavorative all’interno della struttura. Gli occupanti chiedono al Rettore Stefano Geuna di convocare una seduta congiunta di Consiglio di Amministrazione e di Senato Accademico, con gli studenti presenti.

“Il blocco delle lezioni proseguirà. Sappiamo che la scelta abbia provocato diversi disagi e critiche, non solo dai vertici dell’ateneo, ma dagli stessi studenti e lavoratori” – dichiara il gruppo Intifada in conferenza stampa – “Vorremmo la riapertura delle biblioteche, affinché i dipendenti possano rientrare in servizio e gli studenti possano usufruirne per il sostegno degli esami e delle tesi di laurea.”

Gli studenti, inoltre, sono venuti a conoscenza in queste settimane di occupazione di “problematiche inerenti alle condizioni lavorative del personale esterno.” A questo proposito, segue la richiesta di poter reintegrare il personale dipendente REAR e addetti alla pulizia e alla sicurezza, oltre ai bibliotecari.

“Il Rettore deve avere un confronto con noi. Non ci faremo ingannare da una negoziazione al ribasso. Vogliamo il boicottaggio degli accordi con le università israeliane e le aziende dell’industria militare.” ribadisce il gruppo Pro Palestina con fermezza.

Nel frattempo, dalla comunità studentesca arriva un documento di raccolta firme, condiviso internamente da un gruppo di oltre un centinaio di studenti, per la riattivazione delle lezioni in presenza: “A fronte di un genocidio, l’Università non può e non deve rimanere in silenzio. I metodi con cui l’occupazione sta portando avanti questa battaglia, però, non incontrano l’appoggio della comunità e sono anzi divisivi e antidemocratici.”

Gli studenti chiedono al Rettore, pertanto, la modifica dei metodi di occupazione. “Dev’essere garantito il diritto allo sciopero ma non dovrebbe intaccare quello allo studio.”

Secondo alcune indiscrezioni, il primo appello della sessione di esami sarebbe a rischio posticipazione. Per il momento, non sono ancora state condivise note ufficiali in merito, nonostante l’inizio sia fissato per il vicino 3 giugno.

Ultime notizie